mercoledì 23 giugno 2010

Time of our life


Ieri mi sono trovata a parlare dell'ultimo romanzo di Fabio Volo, Il tempo che vorrei, ed eccomi qui a scrivere una pseudorecensione/riflessione.
Con la semplicità e immediatezza che distingue i suoi libri, Volo riesce ad attrarre alle sue storie anche i meno affezionati alla lettura. E così stavolta la vita in cui ci immergiamo è quella di Lorenzo. Una vita che si arresta alla ricerca di quel tempo, quello che abbiamo perso, ormai passato. Perchè diventare grandi significa anche fare un lungo viaggio a ritroso, tra malinconica commozione e ironia.
Subito scatta quel meccanismo di immedesimazione che ti fa dire.."ma sta parlando del mio tempo, quello che io sto vivendo qui e ora" e che a volte inconsapevolmente ci sfugge "in questa urgenza di vivere e furia di sentire", come canta la Nannini. E senti il bisogno di fermarti per qualche minuto a pensare al cammino che stai facendo, magari affacciato alla finestra, di notte, prima di andare a dormire. E poi ti chiedi come sarà emozionante quando'sarai grande' guardarti indietro. Tornare a sentire sulla pelle tutto quello che hai vissuto per arrivare fin lì, i giorni interminabili e quelli che invece 24 h non bastano mai, le sensazioni...magari tenendo ancora tra le mani un libro che continui a farti viaggiare, dentro e fuori di te.

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