martedì 4 maggio 2010

Lezione 3

Utenza dei quotidiani online, profilatura, caratteristiche delle due principali testate italine del web a confronto, e poi ancora back-office, net-clipping, feed RSS. Questi gli argomenti trattati nell'ultima lezione del 30 aprile dal prof. Alfonso di fronte ad una platea sempre alle prese con nuove realtà e strumenti giornalistici da far propri (ce la faranno i nostri eroi?!)
Come già riferito nel precedente post, da poche settimane il sito di Repubblica.it si è rifatto il look. La logica del restyling, sia grafico che concettuale, ha risposto all'esigenza di incrementare il numero degli utenti, senza andare però a penalizzare la versione cartacea del quotidiano.

Al quadro generale del calo delle vendite dei giornali cartacei, che ha colpito soprattutto le testate nazionali che quelle locali, più radicate nel territorio e meno all'avanguardia nella versione digitale, si è contrapposto, infatti, l'aumento del numero dei loro utenti nel web. Per offrire un prodotto sempre più valido e competitivo, che permetta anche l'interazione dell'utente attraverso commenti diretti alla notizia e strutture ipertestuali, aumenta la crossmedialità e la multimedialità dei giornali online. Anche la velocità di risposta del pubblico del web, impensabile per il giornalismo tradizionale e anche per la diffusione tramite altri media, si converte in un buon metro di valutazione del gradimento.

Repubblica.it per aggiornarsi ha modificato lo scrolling, la testata, ampliato la profondità e la multimedialità del proprio prodotto, inserendo anche numerose, e talvolta troppo invadenti, icone pubblicitarie nella barrà menù.
Rispetto al Corriere.it, caratterizzato da un'impostazione più didattica e tradizionale, con uno scrolling più breve e uno sviluppo orizzontale, Repubblica.it appare invece ripensato per permettere un utilizzo più diretto ed intuitivo e uno sviluppo orizzontale (adatto ai nuovi supporti come l'iPhone). Mentre nel primo le icone sono sostituite da percorsi che guidano il lettore, richiedendo, però, anche un maggiore dispendio di tempo per raggiungere la notizia, nel secondo trovano maggiore spazio gli inserti multimediali correlati alla notizia (talvolta con richiami troppo ripetitivi, ad esempio, al materiale fotografico).

Dall'analisi delle due maggiori testate online italiane risulta evidente anche un altro dato: il giornalismo digitale in Italia ha ancora parecchia strada da fare in confronto ai grandi quotidiani europei e soprattutto americani. Mancano ancora le risorse finanziarie necessarie per formare una nuova classe di professionisti nel settore del giornalismo informatico. Nonostante il numero dei loro rispettivi utenti sia di circa 10-12 milioni al mese, le redazioni online soffrono di una carenza di personale specializzato: Repubblica.it conta un personale di circa 45 persone fra giornalisti e tecnici, il Corriere.it addiritura 20! Questi dati sembrano sostenere l'idea che il giornalismo digitale stenti ancora ad essere riconosciuto quale attività professionale di prestigio pari a quello tradizionale, nonostante l'informatica abbia creato nuove funzioni con possibilità di sbocchi lavorativi ancora aperti.

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